Duke Ellington

Sorride sempre, ha una grossa formazione e fa ballare lo swing ma la sua formazione ha un organico eterogeneo, usa sordine e timbri particolari e un approccio del tutto compositivo ed autoriale fin da subito, complice anche il precoce ingaggio al Cotton Club, locale di varietà e intrattenimento, che costrinse Ellington a comporre ed eseguire sia musica per il ballo che fondali musicali per i diversi numeri di varietà.
All’inizio, la forma prediletta è quella della canzone e i riff non son certo troppo lesinati, dall’altro lato l’intento descrittivo e coloristico è tale da differenziare immediatamente l’orchestra dalle altre, anche grazie ai suoi grandi solisti, cui Ellington scriveva brani dedicati e che contribuirono con il loro suono a stabilire la stessa identità dell’Orchestra.
Bubber Miley, Johnny Hodges, Cootie Williams, Henry Carney, Bigard, Blanton, Nanton, Gonsalves e altri, fino al manager Irving Mills, ne hanno fatto parte.
Ne ha fatto parte anche Billy Strayhorn, compositore, autore di alcune tra le più belle pagine dell’orchestra e alla cui memoria un Duke Ellington ancora in lutto dedicò il disco ” And his mother called him Bill”.
L’Orchestra è tra le poche superstiti alla fine della Swing Era, continuando ad esistere per tutta la vita del Duca e collocandosi, appunto per il taglio molto eterogeneo e compositivo, al di fuori delle categorie.

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